In questi giorni di strumenti plug-in economici e di elevata qualità, è facile scordarsi come parecchi anni fa, negli intrepidi giorni
dei mostri dell’ hardware, le cose fossero molto diverse. Alla fine degli anni ‘70, ad esempio, il molto ambito Minimoog costava
intorno ai 1500 euro e suonava soltanto una nota alla volta. Ma anche rivolgendosi a un concorrente del Minimoog periferico, il
salasso sarebbe stato altrettanto doloroso.
In questo periodo, nonostante il fatto che la missione di tutti i produttori fosse “la sintetizzazione monofonica alla portata di tutti”,
non era chiaro come ciò si potesse ottenere a causa degli elevati costi dei componenti.
La grande svolta è avvenuta nel Regno Unito nel 1978 con la realizzazione del primo vero sintetizzatore monofonico economico,
offerto a un pubblico desideroso ma ignaro. Concepito da Chris Huggett e Adrian Wagner, l’EDP Wasp, offerto a un prezzo di 199
sterline, preannunciava una nuova era della sintetizzazione e fu indubbiamente responsabile dell’introduzione di intere legioni di
giovani esploratori di suoni elettronici. Ovviamente, per offrire un sintetizzatore alla metà del prezzo di qualsiasi concorrente, fu
necessario introdurre alcuni compromessi, tra i quali il più evidente era la tastiera sensibile al tocco “tipo giocattolo”. In termini di
suono, il Wasp non era affatto un giocattolo ed era caratterizzato da filtri multimodalità, risonanza, portamento e da tre generatori
di inviluppo da palcoscenico. Inutile dire che fu un enorme successo e, da quanto si dice, fornì a Dave Stewart e Thomas Dolby i
primi sintetizzatori.
Dopo una successione di dispositivi add-on, di modelli rivisti e l’accrescersi della concorrenza dei mercati statunitense e giapponese,
i collaboratori di EDP presero strade diverse, ma nel 1983 Chris Huggett è rispuntato con una nuova creatura. L’aspetto radicale
di OSCar, risplendente di corpose estremità in gomma e divisori del pannello frontale, ha proseguito il tema avviato da Wasp con
alcune notevoli eccezioni.
Principalmente, non si trattava di un sintetizzatore per principianti e aveva inoltre una vera tastiera - l’OSCar era un vero mostro di
sintetizzatore con un suono difficile da uguagliare.
Sebbene spesso messo alla stregua del resto del contingente analogico, l’unica cosa in realtà analogica di OSCar (e di Wasp) era
il filtro sublime. Pressoché ogni altro suo aspetto era digitale. In termini di caratteristiche era ben fornito e comprendeva due
oscillatori contenenti forme d’onda sinusoidale, a dente di sega, quadra e ad ampiezza variabile, portamento e glissando, un
arpeggiatore completo, sequencing incorporato e una cornucopia di opzioni di filtro. L’OSCar vantava anche un’esclusiva funzione di
sintetizzazione additiva che consentiva agli utenti di costruire e salvare proprie forme d’onda mediante 24 armoniche fondamentali.
Poteva persino memorizzare le patch. Tutte queste funzioni, più l’esclusivo controllo di separazione dei filtri e il sorprendente
overdrive dei filtri, riunite insieme hanno creato un magnifico strumento sonoro.
Perché quindi l’OSCar non è diventato uno dei sintetizzatori più venduti di tutti i tempi e perché è così raro oggi?
Innanzitutto, nel 1983 l’OSCar costava 699 sterline, un prezzo solo leggermente più economico del Juno 60 polifonico di Roland
e, in un momento in cui la sintetizzazione polifonica economica aveva perseguito quella monofonica come il santo graal, è facile
capire perché ha dovuto cedere il passo a favore di un rivale in grado si suonare accordi.
In secondo luogo, il 1983 fu l’anno del MIDI, particolarmente assente nella prima produzione di OSCar, sebbene sia stato rapidamente
aggiunto dopo la fornitura delle prime centinaia di unità.
E come terza cosa, il motivo della sua rarità è assai semplice - furono prodotti soltanto all’incirca 2000 OSCar. Tuttavia, quelli
abbastanza fortunati da averne posseduto uno, sono sempre rimasti convinti che si trattasse uno dei più grandi sintetizzatori di
tutto il mondo e la loro passione ha aiutato a portare lo strumento nel regno del folklore della sintetizzazione.
In termini di potenziale sonoro, risulta difficile catalogare l’OSCar. Da un lato, utilizzando funzioni di sintetizzazione additiva, è stato
possibile che suonasse in modo molto digitale e aspro. Dall’altro, utilizzando il PWM in abbinamento al filtro con overdrive, i lead
urlanti e i bassi corposi erano senza dubbio all’ordine del giorno per molti.
In merito alla sua potenza di overdrive, il progettista e il programmatore del suono Paul Wiffen, che ha svolto un ruolo chiave ne
team EDP e OSC, ricorda che molti suonatori di sintetizzatori come Billy Currie e Jan Hammer mettevano i loro sintetizzatori tra
pedali di distorsione per creare suoni esclusivi e durante lo sviluppo suggerì a Chris Huggett che un simile effetto poteva essere
raggiunto applicando un overdrive interno al filtro. Mediante questa funzione realizzò un’emulazione del classico lead Ultravox che
alla fine diventò il suono predefinito di OSCar. Questa si rivelò anche un’astuta mossa di marketing, perché quando presentò l’OSCar
agli Ultravox alcuni mesi più tardi, la banda ne acquistò uno che nei tour prendesse il posto dell’ormai attempato ARP Odysseys.
Durante la sua vita, l’OSCar è apparso in innumerevoli tracce, agendo come strumento principale in Love’s Great Adventure degli
Ultravox, nonché eseguendo compiti di basso nella traccia Skeletons di Stevie Wonder, (tratta dall’album “Characters”). In effetti, il
mondo intero divenne involontariamente consapevole del suono dell’OSCar tramite il suo basso nel brano dei Band Aid, “Do they
Know it’s Christmas” del 1985. Tornando in un territorio leggermente più hip però, Mark Moore di S-Express lo utilizzò per la linea
di basso in “The Theme From S-Express” e apparve anche in parecchie tracce degli Underworld da “Rez” a “Rowla”.
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GMEDIA Music ha avuto una relazione a lungo termine con OSCar. Qualche tempo fa fu chiesto a Dave Spiers degli Underworld
di trovare una riserva per il loro strumento. Lo fece, ma fu così preso dal carattere dello strumento da non riuscire più a smettere
– doveva assolutamente trovarne un altro per la banda.
“Dopo averlo ascoltato, mia moglie ha insistito che lo tenessi, malgrado il fatto che generalmente si disinteressasse ai sintetizzatori.
Dopo di ciò, l’OSCar è diventato rapidamente parte di qualsiasi progetto di programmazione su qui lavoravo e all’inizio del 2002,
dopo aver espresso le mie preoccupazioni a Jon Hodgson su quanto rari e costosi stavano diventando questi strumenti, si offrì di
iniziare l’attività dettagliata di trasformarlo in strumento virtuale”.
“Di tutti i monosynth, l’OSCar è stato sempre molto interessante per me, per due motivi principali”, dice Jon. “Il primo è che è diverso
- il doppio filtro con separazione, le diverse forme d’onda, la sintesi additiva. Riesce a fare le cose in un modo un po’ esclusivo e
questo mi piace in uno strumento. Il secondo è che è l’unico che appartiene a quella che si potrebbe definire la “vecchia scuola” dei
monosynth per i quali riesco a ricordare di avere visto la pubblicità nelle riviste. Il mio interesse per i sintetizzatori e la musica deve
essere iniziato durante gli ultimi periodi di questo strumento, che decisamente si presentava interessante”
Nei due anni successivi è stato sviluppato impOSCar da Jon a prescindere dal costo o dall’impegno. Catturare l’essenza sonora e le
caratteristiche di tono dello strumento originale era di importanza suprema.
Ovviamente, in questi giorni e in quest’epoca sarebbe stato temerario non avere incorporato certe nuove caratteristiche, quale la
capacità di sincronizzare il ritmo dell’arpeggiatori e del LFO all’host sequencer, nonché l’aggiunta della funzionalità polifonica, della
sensibilità alla velocity e di una sezione di effetti supplementari.
In merito a molti dei miglioramenti, Jon commenta: “Molti di questi, in particolare le nuove modalità di filtro, erano ottenibili
sull’OSCar originale con un bisturi, alcuni conduttori e un saldatore, per cui non credo che vada contro lo spirito dell’originale.
Infatti spero che le persone scoprano che, come minimo, molti dei miglioramenti aggiungano il carattere dello strumento originale.
L’OSCar poteva trasmettere in modo polifonico dalla tastiera perciò molti musicisti si domandavano che suono avrebbe avuto un
OSCar polifonico - adesso hanno l’opportunità di scoprirlo”.
Questa è dunque la storia che sta alle spalle di impOSCar. In ogni caso, visto che i suoni e le funzioni di questo imponente strumento
sono ancora così ricercati ai giorni nostri, che ne è stato del team che stava dietro allo strumento originale e che ha fornito
l’ispirazione per questo plug-in? Siamo lieti di dire che hanno goduto di lunghe carriere nel settore degli strumenti musicali. Paul
Wiffen è attualmente consulente di Apple nel Regno Unito, nonché un giornalista altamente rispettato nel settore, mentre Chris
Huggett si è dedicato allo sviluppo di sistemi operativi per Akai Samplers e, più recentemente, è a capo del team di progetto di
Novation.
Un appello: per favore supportate gli sviluppatori, non i pirati.
Se state leggendo questo manuale cartaceo, probabilmente avete acquistato il software per cui desideriamo ringraziarvi
sentitamente. Il denaro che ricaviamo dalle vendite dell’impOSCar verrà coinvogliato nei futuri progetti di sviluppo e utilizzato per
creare altri interessanti e validi prodotti musicali. Al contrario, se non avete acquistato questo software, soffermatevi un istante
sulle implicazioni che la pirateria comporta per le società di piccole dimensioni come la nostra. Questo prodotto ha richiesto più
di due anni per essere realizzato e ha coinvolto il team di sviluppo in molti sacrifici personali e finanziari - Ciononostante abbiamo
cercato di contenere il costo dello strumento a un livello ragionevole e adottato un sistema di protezione anticopia il meno
aggressivo possibile. Per questo vi chiediamo di non supportare i pirati e di non pubblicare impOSCar su alcun newsgroup o gruppo
P2P. Grazie infinite.
Risorse web OSCar:
www.airburst.co.uk/oscar/intro.htm
www.sospubs.co.uk/sos/sep99/articles/oscar.htm
www.sonicstate.com/synth/osc_oscar.cfm
Risorse librarie OSCar.
A-Z of Analogue Synthesisers (Part Two. N - Z) - Pete Forrest
Vintage Synthesisers - Mark Vail.
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Installazione di impOSCar
All’interno del Master CD sono presenti più versioni di impOSCar. L’installazione di impOSCar può essere effettuata per qualsiasi o
per tutte le versioni tramite un unico programma di installazione, uno per Mac e uno per PC.
PC -
Introdurre l’impOSCar Master CD nell’unità CD-ROM. Dalla schermata di setup selezionate l’opzione “Install” e seguite le
istruzioni sullo schermo, inserendo attentamente il nome utente (User Name) e i codici di registrazione (Registration codes)
ESATTAMENTE come appaiono stampati all’interno di questa guida introduttiva (Getting Started).
Durante l’installazione verranno copiati sulla vostra scrivania 14 banchi di suoni (ciascuno contenente 36 presets); al termine
dell’installazione potrete spostare liberamente questi suoni all’interno del vostro hard disk, dove ritenete più opportuno.
Mac -
Introdurre l’impOSCar Master CD nell’unità CD-ROM.
Fare doppio clic sull’icona GForce impOSCar per esaminare il
contenuto del CD. Fare doppio clic sul file impOSCar.dmg ed
eseguire il programma di installazione, seguendo le istruzioni
sullo schermo ed inserendo attentamente il nome utente
(User Name) e i codici di registrazione (Registration codes)
ESATTAMENTE come appaiono stampati all’interno di questa
guida introduttiva (Getting Started). Durante l’installazione
assicuratevi di premere il pulsante “Next” fino alla fine della
procedura.
Durante l’installazione verranno copiati sulla vostra scrivania
14 banchi di suoni (ciascuno contenente 36 presets); al
termine dell’installazione potrete spostare liberamente
questi suoni all’interno del vostro hard disk, dove ritenete
più opportuno.
Nota specifica per i banchi di suoni in formato .fxb:
Durante l’installazione i suoni di impOSCar vengono copiati sulla vostra scrivania, all’interno della cartella “impOSCar”. Sarà possibile
caricare questi suoni in formato .fxb semplicemente trascinando uno dei files direttamente sull’interfaccia grafica di impOSCar.
Illustrazione del programma di installazione
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Registrazione
Dedicare alcuni minuti per la registrazione in linea di impOSCar all’indirizzo: www.gforcesoftware.com/registration/
La registrazione è necessaria per usufruire dell’assistenza tecnica gratuita.
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Caricamento dei suoni
Cubase
I suoni di ImpOSCar vengono caricati e salvati come Banchi. Per caricare un banco, è sufficiente fare clic su File>Load Bank,
selezionare la cartella impOSCar, quindi il banco desiderato. Una volta caricato il banco è possibile utilizzare il normale sistema di
gestione delle patch Cubase per scorrere ciascun suono.
Importazione dei suoni OSCar tramite sysex
Sebbene abbiamo incluso i preset originali di OSCar come impOSCar Bank, è inoltre possibile importare suoni dell’OSCar originale
tramite sysex o nastro. Ciò viene effettuato tramite un programma a sé stante disponibile liberamente agli utenti registrati dall’area
di assistenza del sito web GMEDIA Music.
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Controlli oscillatore
• Manopola OSC1 Waveform (Forma d’onda OSC1)
Poiché gli oscillatori sull’OSCar erano digitali, vi si faceva riferimento come a
OSC1 e 2 (in opposizione a VCO 1 e 2). OSC1 contiene le seguenti forme d’onda:
Triangle (triangolare), Sawtooth (a dente di sega), Square (quadra), Variable Width
Pulse (a impulso di larghezza variabile), Pulse Width Modulation (a impulso con
modulazione), Full Organ (Organo pieno), Harpsichord (clavicembalo), Strong
Lead (lead forte), Double Pulse (doppio impulso), Gritty (sabbioso), UserWave1
(Onda utente 1) e UserWave2 (Onda utente 2). La forma d’onda selezionata viene
visualizzata nelle schermate blu sopra le manopole Waveform (Forma d’onda).
Nota: quando si seleziona UserWave1 o UserWave2, per l’OSC1 o OSC2, la forma
d’onda utilizzata sarà quella creata e selezionata nella SEZIONE User Waves
(Onde utente).
• Manopola OSC2 Waveform (Forma d’onda OSC2)
Presenta le stesse forme d’onda dell’OSC1 ma, mentre con l’OSC1 è possibile
selezionare solo una forma d’onda semplice, l’OSC2 offre alcune ulteriori opzioni
elencate di seguito:
• Manopola OSC2 Oct Shift (OCT SHIFT)
Ciò consente di modificare la posizione di ottava dell’OSC2 sull’intervallo di sei
ottave.
• Manopola OSC2 Transpose (Trasposizione OSC2)
Consente la trasposizione dell’OSC2 di + o - sette semitoni.
• Manopola OSC2 Detune
Ciò consente di variare l’intonazione dell’OSC2 rispetto all’OSC1 al fine di creare suoni di tipo più “spesso” o di “coro”.
• Manopola Pulse Width (PW)
A condizione che uno o entrambi gli oscillatori utilizzino le forme d’onda Pulse Width o Pulse Width Modulation, questa manopola
applica un LFO indipendente alle forme d’onda al fine di modularle. Ruotata a sinistra, la manopola PW avrà un effetto minimo e
creerà un suono più “cupo”. Quando questa manopola viene ruotata ulteriormente verso destra creerà un suono più “spesso” come
risultato dell’aumento nella modulazione.
• LED Octave Transpose (Trasposizione di ottava)
Facendo clic sulle luci rosse si traspongono globalmente entrambi gli oscillatori. Utilizzarlo in abbinamento alle manopole di
trasposizione dell’OSC2 per creare trasposizioni relative.
Sezione Ruote
• Manopola Bend
Ciò consente di determinare l’effetto che la ruota pitch bend – sull’interfaccia di impOSCar o sulla tastiera principale
– ha sul suono dell’impOSCar. È possibile selezionare qualsiasi quantità compresa tra 0 (off) e 24 semitoni (due
ottave).
• Manopola Mod – Pitch Amount (Quantità modulazione - pitch)
Qui è possibile scegliere la quantità di pitch modulation introdotta dalla ruota modulation. Sono disponibili entrambe
le impostazioni di pitch modulation + e -, con l’impostazione zero a ore 12. La velocità di questa modulazione è
governata dalla velocità del LFO.
• Manopola Mod – Filter Amount (Quantità modulazione - filtro)
Simile alla succitata funzione Pitch Mod, solo che questa volta la ruota modulation influenzerà la quantità del filtro.
Nuovamente, la velocità della modulazione del filtro è determinata dalla velocità del LFO.
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Controlli Glide
• Manopola Glide Type (Tipo glide)
impOSCar contiene un set straordinariamente completo di opzioni glide. Le sei modalità sono le seguenti:
1. Normal (Normale): un semplice portamento in cui il tempo tra ciascuna nota è governato dalla manopola
Glide Time. Nelle prime tre modalità “non fissate”, Glide Time è il tempo necessario a far slittare un’ottava,
vale a dire che maggiore è l’intervallo più lungo sarà il tempo di scivolata (glide).
2. Auto (Automatica): uguale alla modalità Normal tranne che nel glide a modalità monofonica viene attivato
solo tra le note che vengono mantenute.
3. Gliss (Glissando): la modalità Glissando è simile a quella Normal ma invece di una transizione omogenea
tra ciascuna nota si sentono in realtà passi di semitono.
4. Normal - Fixed (Nomale - fissa): come la modalità Normal con l’eccezione che nella modalità Normal Fixed il tempo di
glide è quello necessario tra qualsiasi due note, indipendentemente dall’ampiezza dell’intervallo.
5. Auto - Fixed (Automatica - fissa): come la modalità Auto, dove il portamento viene attivato solo per le note di legato,
tranne che il tempo di glide è quello tra qualsiasi due note, indipendentemente dall’ampiezza dell’intervallo.
6. Gliss - Fixed (Glissando - fissa): come nella precedente modalità Glissando tranne che in questo caso il tempo di glide è
quello tra qualsiasi due note, indipendentemente dall’ampiezza dell’intervallo.
Determina il bilanciamento relativo tra OSC1 e OSC2.
• Manopola Noise Balance (Bilanciamento rumore)
Altera il bilanciamento tra i toni combinati di OSC1 e OSC2 e un generatore di “rumore bianco”.
Controlli LFO
• Manopola LFO Waveform (Forma d’onda LFO)
Mentre lo strumento originale aveva sei forme d’onda LFO questa
quantità è stata raddoppiata sull’impOSCar. Le forme d’onda dell’OSCar
originale erano:
Triangle, Sawtooth, Square, Filter Env, Random e Kbd. L’ultima è stata
sostituita da Guitar (un’onda solo positiva, per cui si ha il vibrato solo
al di sopra del pitch del tasto).
• Le nuove forme d’onda aggiuntive includono:
Triangle 3 Step, Sawtooth 4 Step, Triangle 5 Step, Sawtooth 8 Step,
Pattern1 e Pattern 2. Le forme d’onda LFO selezionate vengono
visualizzate nello schermo blu sopra la manopola Waveform.
• Manopola LFO Filter Amount (Quantità filtro LFO)
Controlla la profondità del LFO e, a sua volta, l’effetto che il LFO ha sul
filtro. Questo parametro ha sia valori positivi sia negativi e l’effetto
risultante è direttamente correlato sia alla forma d’onda del LFO sia alla
velocità del LFO.
• Manopola LFO Rate (Velocità LFO)
Questo governa la velocità del LFO. Sono presenti quattro modalità LFO che dipendono dalla posizione della manopola LFO Sync.
Ad esempio, con la manopola Sync impostata su “Free” la velocità viene data in Hertz, ma se è impostata su “MIDI” il valore viene
visualizzato in cicli per barra. Per ulteriori informazioni sulle modalità di sync, vedere la manopola LFO Sync (di seguito).
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