GUIDA 6: IMPIEGO DI UNA PATCH COME BASE PER UNA META-PATCH . . . . 29
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Mini-morfosi
Prima del 1970 i sintetizzatori erano generalmente rappresentati da giganteschi mostri modulari, strumenti ad uso esclusivo dei
migliori studi di registrazione o di laboratori scientifici, ovviamente poco indicati ad essere trasportati da un palco all’altro. Infatti,
i problemi legati al trasporto di questi “bestioni” non erano certo pochi, come Chris Macleod di GMEDIA Music ancora ricorda, dai
tempi in cui lavorava come “uomo di fatica” per Keith Emerson.
“Portare in tournee il Moog era ogni volta un vero e proprio incubo, soprattutto considerato che il synth veniva utilizzato solo per
un paio di suoni durante l’intero spettacolo. Si rompeva così spesso che decidemmo di avere sempre con noi in tour un tecnico
specializzato Moog, soprannominato amichevolmente ‘Mr. Testa di Diodo’. Benché il Moog fosse parte integrante dello spettacolo
di Keith, non potevo non sperare che tutto ciò finisse il prima possibile. Gli effetti sulla mia schiena li avverto ancora tutt’oggi, e
ricordo che prima del penultimo concerto del tour affissi sul synth un cartello ben visibile che diceva “In vendita - Il proprietario
lascia questo mondo”, scatenando le risate generali”.
Sebbene nel 1970 esistesse già un sintetizzatore portatile dalle dimensioni ridotte, il modello EMS VCS3, è sempre rimasto, fino
ad oggi, un synth legato principalmente al mondo accademico. Già allora era chiaro che per diventare uno strumento “popolare”,
alla portata di tutti, il sintetizzatore avrebbe dovuto impiegare un design più facilmente trasportatile, soddisfacendo le esigenze
operative del musicista, più che del tecnico di studio.
Il primo passo verso una nuova direzione venne intrapreso con gli esemplari in pre-produzione del Minimoog Model A, costituito
da un insieme di moduli ricavati dai più ampi sistemi modulari e ancora basato sul tradizionale sistema di routing effettuato con
cavetti di collegamento. Un concetto sviluppato ulteriormente sul Model B, dal pannello frontale a blocco unico e routing basato
su interruttori, e successivamente sul Model C, in cui venne introdotto il caratteristico design con pannello frontale orientabile.
Sebbene fu grazie a questi prototipi che si arrivò al design finale del classico Model D successivamente prodotto su larga scala, il
percorso seguito durante la progettazione non fu così semplice come si potrebbe essere portati a immaginare.
Grazie al successo dei propri sistemi modulari Bob Moog acquistò rapidamente grande fama come oratore e dimostratore di synth:
e proprio prima di partire per l’ennesimo tour che lo avrebbe allontanato dai suoi laboratori per alcune settimane, autorizzò la
produzione di dieci ulteriori Model C. L’unica specifica richiesta fatta ai propri tecnici, sicuramente legata al costo del processo, fu
quella di non utilizzare schede a circuito stampato per questa limitata produzione di strumenti.
Secondo quanto racconta uno dei progettisti, Jim Scott, subito dopo la partenza di Bob gran parte dello staff tecnico si riunì
rendendosi conto come, se non fossero arrivati ad avere uno strumento definitivo in produzione il prima possibile, si sarebbero
probabilmente trovati tutti disoccupati nel giro di poco tempo. Unanimanente decisero così di andare contro le direttive di Bob
e costruire i nuovi strumenti utilizzando circuiti stampati (PCB). Al suo ritorno, trovando la nuova serie di synth in varie fasi di
completamento, Bob convocò immediatamente tutti i tecnici nel suo ufficio con l’intenzione di individuare il responsabile della
decisione.
Secondo Jim “nessuno pronunciò parola, limitandosi a guardare le unghie delle mani e nascondendo a stento l’imbarazzo generale”.
Ovviamente, in mancanza di un vero responsabile, Moog non potè licenziare tutto lo staff, e così la prima produzione di Model D
in assoluto fu portata a termine”.
Il Minimoog Model D fu la versione presentata sul mercato nel 1970, il modello che per molti musicisti in tutto il mondo rappresenta
ancora oggi il primo vero sintetizzatore della storia. Questo modello incorporava alcune caratteristiche che sarebbero presto
diventate dotazione essenziale su qualsiasi altro synth sul mercato. Ad esempio, la presenza di ruote verticali dedicate a pitch
e modulazione divenne rapidamente un design standard per l’industria, così come il filtro passa-basso da 24dB per ottava. Due
particolari che evidenziano gli aspetti realmente vincenti del Minimoog - la sua “suonabilità” ed il suono.
Numerosissimi i musicisti che adottarono sin da subito il nuovo strumento, dai primi pioneri come Rick Wakeman, Keith Emerson
e Chick Corea, fino ad artisti della “seconda era”, come Gary Numan e Adrian Utley. E nonostante la produzione del Mini venne
interrotta nel 1981, la sua lunga lista di utenti comprende alcuni dei nomi più autorevoli della musica moderna.
Rick Wakeman confessa: “Il Minimoog è il mio sintetizzatore preferito in assoluto, tanto che sono arrivato a possederne nove
contemporaneamente, e ciascuno aveva un suono leggermente differente dall’altro. Il mio primo modello mi costò solo £35,
comprandolo di seconda mano dall’attore Jack Wilde. Sebbene il prezzo si sarebbe dovuto aggirare intorno a £1200, Jack mi
disse che se ne voleva disfare al più presto, dopo averlo comprato solo due settimane prima, perchè lo strumento non sembrava
funzionare correttamente. Facendo due calcoli immaginai che una riparazione sarebbe sicuramente costata meno di £1200: così lo
comprai, lo portai a casa, ma anche dopo averlo testato a fondo non fui in grado di riscontrare nessun malfunzionamento. Chiamai
Jack per dirgli che tutto sembrava funzionare alla perfezione, ma lui mi rispose che il problema esisteva ed era ben evidente, visto
che lo strumento non era in grado di suonare più di una nota alla volta. Ebbene sì, si trattava di un equivoco abbastanza ricorrente
durante quegli anni”
Questo non vuol dire che non esistessero problemi ben più reali legati ai primi modelli prodotti da Moog, come ci ricorda sempre
Rick.
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“Il vero incubo era quello relativo all’instabilità di intonazione dello strumento, che rendeva ogni esecuzione dal vivo una
scommessa dall’esito incerto. Un altro problema, sebbene meno conosciuto, riguardava l’estrema sensibilità alle interferenze radio
riscontrata sui modelli Mk 1. Ricordo un concerto all’Alexandra Palace, di fronte a ventimila persone, dove poco prima di iniziare
lo spettacolo l’unica cosa che si poteva sentir uscire dall’impianto di amplificazione era il risultato della partita di calcio, ‘Arsenal 2
- Wolverhampton Wanderers 1’. Esilarante, a dir poco”.
Problemi a parte, la portabilità, il suono e l’immediatezza dei controlli in tempo reale resero lo strumento la scelta obbligata per
qualsiasi tastierista dal vivo, riscuotendo rapidamente un incredibile successo di vendite. Durante il periodo di vita del Minimoog
vennero prodotti circa 13000 esemplari, rendendolo uno degli strumenti elettronici più amati e ricercati ancora oggi.
Minimonsta si basa sul nostro personale Minimoog, uno tra i primi modelli prodotti (numero di serie 1794) scelto in base alle
caratteristiche che hanno reso popolare la timbrica Mini nel mondo, ovvero un filtro estremamente potente, inviluppi rapidissimi
ed un tono armonicamente ricco ed esuberante. Confermando quanto già detto da Rick Wakeman, ciascun modello di Minimoog
prodotto sembra suonare in maniera leggermente diversa dagli altri, così come il nostro personale Mini ci ha fatto notare in più
di un’occasione. Innanzitutto, come su tutti i primi modelli, gli oscillatori tendono a perdere l’intonazione, spesso anche troppo
facilmente. Inoltre la risonanza del filtro (chiamata “emphasis”) entra in gioco più rapidamente rispetto ai modelli successivi.
Problemi di intonazione a parte, abbiamo creduto opportuno cercare di mantenere le peculiarità timbriche riscontrate sul nostro
modello, soprattutto quelle legate al filtro, rispettando al massimo la vera personalità dello strumento originale.
Importante aggiungere che, dopo la fedele emulazione di Oddity e la ben più impegnativa versione virtuale di impOSCar, abbiamo
sentito il bisogno di metterci in gioco ulteriormente, cercando di rendere sì giustizia ad un synth che ha fatto storia, ma allo stesso
tempo implementando nuove caratteristiche che lo rendessero uno strumento capace anche di sonorità inedite. Molte idee sono
state prese in esame durante la fase di progettazione, ma nessuna sembrava conciliarsi con il concetto legato allo strumento
originale; perlomeno fino al momento in cui ci siamo confrontati con il team Ohm Force, già nostri complici nella creazione di
Oddity. L’incontro ha rappresentato un punto di svolta per l’intero progetto, e dopo una dettagliata dimostrazione delle tecnologie
alla base del loro synth Symptohm Melohman, fu rapidamente ufficializzato un accordo di collaborazione. Non molto tempo dopo,
quando le funzioni Melohman vennero implementate in una prima versione alpha di Minimonsta, tutto lo staff entrò in fibrillazione
di fronte alle incredibili potenzialità espressive con cui il nuovo sistema di controllo arricchiva la semplice ed immediata architettura
operativa dello strumento originale.
MELOHMAN - IL CONCETTO
Il sistema Melohman sviluppato da Ohm Force comprende un set di funzioni uniche ed altamente innovative che espandono
incredibilmente la “suonabilità” di uno strumento virtuale. In pratica Melohman basa il proprio funzionamento su un’ottava
specifica della tastiera (definibile dall’utente) in grado di attivare, in maniera istantanea o graduale, una serie di trasformazioni
timbriche (“morphings”) tra un massimo di dodici Patch. Le tipologie di morphing comprendono le modalità Morphing, Morph Back
& Forth, Morph Sequence, Mutate e Partial Mutate. In termini di suonabilità questo sistema rende notevolmente più espressiva la
performance sugli strumenti software, che fino ad oggi hanno sempre risentito della mancanza di una propria interfaccia fisica
dedicata.
Inoltre è stata implementata l’altra ormai nota funzione Ohm Force, relativa alla possibilità di applicare un LFO o un inviluppo
ADSR a quasi ogni parametro. Facile comprendere come questa caratteristica apra le porte alla creazione dei suoni più incredibili,
da timbriche sublimi a quelle più diaboliche, nonché offra una semplice ma efficace soluzione per superare i limiti operativi dello
strumento originale (ad esempio, dover rinunciare al terzo oscillatore per poter utilizzare l’LFO).
Esattamente come la sua controparte analogica, durante la fase di progettazione anche Minimonsta è passato attraverso varie
revisioni, ed un paio di volte ha addirittura rischiato di creare veri e propri ammutinamenti interni allo staff. Ma proprio mano a
mano che lo strumento veniva sviluppato ci siamo resi conto di essere andati ben oltre la semplice emulazione: stavamo creando
un autentico “mostro”, e da questa consapevolezza è nato il nome definitivo del synth.
Ad una più attenta analisi il nome Minimonsta racchiude perfettamente le caratteristiche dello strumento, che può essere infatti visto
sotto due aspetti distinti. Da una parte lo strumento rappresenta una fedele ed estremamente accurata emulazione del Mini originale,
grazie alla familiare ed intuitiva interfaccia utente. Utilizzato in questo modo il synth vi permette di ignorare completamente la
sezione superiore dell’interfaccia grafica (contenente le sezioni LFO, XADSR e MIDI), per concentrarvi esclusivamente sui parametri
più familiari nella creazione di autentiche timbriche Mini, ottenibili con il minimo sforzo.
L’altro aspetto vede invece il nostro strumento diventare un vero e proprio “mostro” sonoro, grazie alle possibilità creative apportate
dall’ulteriore LFO, dall’inviluppo ADSR e dal controllo dinamico via MIDI di ciascun parametro presente sull’interfaccia grafica.
Stravolgimenti timbrici senza precedenti, assolutamente in tempo reale, grazie alle opzioni del sistema Melohman Patch Morphing,
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e senza scordare la varietà di opzioni di triggering, tra cui le modalità Monophonic, Polyphonic, Legato e Unison.
Oltre alla massima attenzione al dettaglio, tantissime ore di lavoro sono state investite per assicurare una perfetta coesione tra
l’autentica timbrica del Mini e l’idea di un synth moderno dal suono “distruttivo”: proprio per questo motivo ci auguriamo che
apprezzerete questo strumento, sfruttandone in modo creativo le funzionalità uniche e l’incredibile suono. Durante i due anni
necessari allo sviluppo del software non abbiamo tralasciato nessun dettaglio nel tentativo di raggiungere la massima qualità
timbrica possibile, investendo tutto le nostre energie ed il nostro tempo in questo progetto: possiamo assicurarvi che quasi non
abbiamo dormito la notte!
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Lo staff GForce.
Un appello - Supportate il software, non la pirateria.
Se state leggendo queste righe dal manuale cartaceo, con molta probabilità avete comprato legalmente questo software: lasciateci
esprimere un sentito ringraziamento per aver direttamente supportato il nostro lavoro. Il denaro che ricaviamo dalle vendite di
Minimonsta verrà reinvestito nello sviluppo di nuovi progetti per il futuro, in modo da permetterci di creare altri prodotti ugualmente
interessanti e validi. Se invece avete ottenuto questo strumento in maniera illecita, vi preghiamo di sforzarvi di capire cosa significhi
la pirateria per piccole società come la nostra. Non solo la pirateria sta fortemente danneggiando le software house più piccole,
ma con l’incredibile quantità di strumenti virtuali scaricabili gratuitamente dalla rete non esiste più alcun tipo di giustificazione per
questo tipo di atti. In quanto musicisti noi stessi rispettiamo al massimo tutti coloro in grado di creare buona musica avvalendosi di
un numero limitato di strumenti, senz’altro molto più di coloro che producono brani mediocri avendo a disposizione, illegalmente,
ogni software disponibile sul mercato. Scegliete i vostri strumenti con intelligenza ed imparate a conoscerli fino in fondo, in ogni
loro caratteristica: vi scoprirete più creativi di quello che immaginavate e ne ricaverete senza dubbio maggiore soddisfazione.
Dal nostro punto di vista, questo prodotto ha significato quasi due anni di lavoro da parte di un ristretto gruppo di sviluppatori,
richiedendo non pochi sacrifici sia a livello economico che personale. Nonostante ciò abbiamo tentato di mantenere il costo dello
strumento alla portata di tutti, impiegando inoltre un sistema di protezione da copia che fosse il meno intrusivo possibile. Benché
non esiteremo a perseguire attraverso vie legali chiunque infranga le leggi sul copyright relative al nostro software, vi chiediamo
comunque gentilmente di rispettare il nostro lavoro, evitando di distribuire Minimonsta su newsgroup o reti P2P (Peer to Peer).
Grazie.
A-Z of Analogue Synthesisers (Part One. A - M) - Pete Forrest
Vintage Synthesisers - Mark Vail.
Analog Days - Frank Trocco & Trevor Pinch
Sviluppato da:
Ohm Force e GMEDIA Music, come GForce.
Laurent de Soras, Jerome Noel, Raphael Dinge, Grégory Makles, Dave Spiers, Chris Macleod, Ian Legge e molti altri che ci hanno
supportato.
Ringraziamenti a:
Flemming Bloch, Lee Groves, Matt Hooper, Jay Ahern, Ellis Breen, Bruce Satinover, Phil Hartnol, Dave Goodwin, Robin Rimbaud,
Darren Price, Marius DeVries, James Towler, Steve Winwood, Pascal Gabriel, Geoff Downes, Frank Hoffmann, Nick Batt, Meffy Ellis,
Putte, Malcolm Corbett, Mr Smith & Mr Hyde, Orren Merton. Uwe Bauer, Rick Wakeman
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Sound Design.
Dave Spiers, Rick Wakeman, Chris Macleod, Davy Blakely, Huston Singletary,
Howard Scarr, Hans-Jorg Schleffler, Matt Hooper, Brian Desmond,
Markus Hastreiter, Brice Duncan, Andreas Ehrhardt, Rory Dow, Geoff Downes,
Phil Hartnol, Steve Winwood, Marius DeVries, Pascal Gabriel & Lee Groves.
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Installazione di Minimonsta
All’interno del Master CD sono presenti più versioni di Minimonsta. L’installazione di Minimonsta può essere effettuata per qualsiasi
o per tutte le versioni tramite un unico programma di installazione, uno per Mac e uno per PC.
PC -
Introdurre il Minimonsta Master CD nell’unità CD-ROM.
Dalla schermata di setup selezionate l’opzione “Install” e seguite
le istruzioni sullo schermo, inserendo attentamente il nome
utente (User Name) e i codici di registrazione (Registration
codes) ESATTAMENTE come appaiono stampati all’interno di
questa guida introduttiva (Getting Started).
Mac -
Introdurre il Minimonsta Master CD nell’unità CD-ROM.
Fare doppio clic sull’icona GForce Minimonsta per esaminare il
contenuto del CD. Fare doppio clic sul file Minimonsta.dmg ed
eseguire il programma di installazione, seguendo le istruzioni
sullo schermo ed inserendo attentamente il nome utente
(User Name) e i codici di registrazione (Registration codes)
ESATTAMENTE come appaiono stampati all’interno di questa
guida introduttiva (Getting Started). Durante l’installazione
assicuratevi di premere il pulsante “Next” fino alla fine della
procedura.
Illustrazione del programma di installazione Mac.
Macintosh Logic 7 e Ableton Live
Una volta completata l’installazione, avviare Logic 7 o Ableton Live e caricare Minimonsta in un canale di strumento COME
EFFETTO.
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Registrazione
Dedicare alcuni minuti per la registrazione in linea di Minimonsta all’indirizzo: www.gforcesoftware.com
La registrazione è necessaria per usufruire dell’assistenza tecnica gratuita.
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Guida rapida
Ammettiamolo, leggere un manuale dalla prima all’ultima pagina non è esattamente il massimo del divertimento. Generalmente
quando si compra un nuovo synth il primo impulso è quello di cominciare ad usarlo immediatamente, per poi approfondire i
dettagli con il tempo. In virtù del fatto che Minimonsta può essere utilizzato su due livelli, se avete un minimo di conoscenza
su come funziona la sintesi sottrattiva non dovreste incontrare nessuna difficoltà nel cominciare ad usare sin da subito il synth,
lasciando ad un secondo momento lo studio delle funzioni più complesse. Esistono comunque alcuni dettagli con cui conviene
familiarizzare sin da subito.
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Struttura della Patch - Che cos’è una Meta-Patch?
A Meta-Patch is group of up to 12 Patches (sounds)
Patch 1
Patch 2
Patch 3
Patch 4
Patch 5
Patch 6
Patch 7
Patch 8
Patch 9
Patch 10
Patch 11
Patch 12
BoomBass
BoomBass
BoomBass
BoomBass
BoomBass
BoomBass
BoomBass
BoomBass
BoomBass
BoomBass
BoomBass
BoomBass
META-PATCH
A Meta-Patch
consisting of
12 identical Patches
BoomBass
Default
Default
Default
Default
Default
Default
Default
Default
Default
Default
Default
META-PATCH
A Meta-Patch
containing
a single Patch
BoomBass
Filtered
MoreRez
Panning
SlowAttack
LongDelay
LevelMod
FilterWah
SnapDecay
Sweeping
MultiMods
Madness
META-PATCH
A Meta-Patch consisting
of 12 Patches, each
being a variant
of Patch 1
META-PATCH
La Meta-Patch è un gruppo di un massimo di 12 Patch (suoni) che vengono caricate dal disco rigido. Nel caso più semplice una
Meta-Patch contiene un’unica Patch, mentre in quello più complesso ne contiene ben 12 differenti. Tutte le Meta-Patch fornite con
Minimonsta contengono 12 diverse Patch, tranne quelle presenti nella cartella “OriginalMiniPatches” che contengono un suono
singolo per tutte le patch. Questi suoni sono stati trascritti da diagrammi patch del Minimoog originale.
Caricamento di una Meta-Patch
La prima volta che si attiva Minimonsta dopo averlo installato,
aprire la finestra di selezione delle Meta-Patch alla sua massima
dimensione, tramite l’interruttore dedicato.
Da qui, fare clic sulla piccola finestra superiore denominata Root
Directory Selezionate la cartella MinimonstaPatches. Fatto questo,
sarà sufficiente selezionare una timbrica all’interno della lista e
suonarla.
La Root Directory selezionata viene memorizzata da Minimonsta
quando lo si utilizzerà la volta successiva.
Meta-Patch Select Window
Meta-Patch Select Window shown at
maximum size
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Manopole “volanti”
Grazie a questa funzione è possibile cliccare su una manopola (per quasi tutti i parametri presenti sull’interfaccia
grafica) e “lanciarla” in una direzione specifica, in modo che si muova automaticamente attraverso il proprio
range raggiungendo uno dei due estremi, o quello superiore o quello inferiore. Provate a mantenere premuto
il pulsante del mouse sul testo “serigrafato” intorno ad una manopola, in corrispondenza dei punti estremi,
minimo o massimo, della sua corsa: adesso muovete rapidamente il mouse, “lanciando” il puntatore verso
destra, per aumentare il valore del parametro, o verso sinistra, per diminuirne il valore. Più rapido sarà il
movimento del mouse, più veloce la rotazione della manopola.
Nota: Questa funzione non è disponibile per le manopole Oscillator Range e Waveform.
Ottava Melohman
La cosiddetta Ottava Melohman viene utilizzata per facilitare la
performance in tempo reale e può essere assegnata a qualsiasi ottava
della tastiera di Minimonsta. È inoltre direttamente associata alle
manopole di controllo che trovate sul lato destro della tastiera. Per
ulteriori dettagli consultare la Sezione Morphing a pagina 18.
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Minimonsta - Gestione delle Patch (vedere anche pagina 15)
Meta-Patch
Come già accennato in precedenza, la Meta-Patch è un gruppo di
un massimo di 12 Patch che vengono caricate dal disco rigido.
Minimonsta segue la seguente logica: dopo aver caricato una
Meta-Patch vi permetterà di selezionare o effettuare “morphings”
(transizioni timbriche) fra le varie Patch secondo modalità
differenti. Cominciamo con l’analizzare il procedimento per
creare una Meta-Patch contenente lo stesso suono all’interno di
tutte le proprie Patch.
1) Create un suono di Minimonsta che pensate di utilizzare in
futuro.
2) Fate clic sulla finestra Patch e date un nome al vostro
suono.
3) Fate clic sul pulsante MEM - si illuminerà di rosso.
4) Fate clic sul pulsante ALL - in questo modo assegnerete il nuovo
suono a tutte le memorie di Patch contenute all’interno della
Meta-Patch. Apparirà un messaggio di conferma, relativo al
voler sovra-scrivere tutte le Patch all’interno della Meta-Patch.
Scegliere “OK”. (Mac window shown).
Meta-Patch Select Window
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5) Fare clic sul pulsante SAVE alla sinistra della finestra Meta-Patch
e muoversi fino alla vostra Root Directory, immettere un nome
ed infine salvare la Meta-Patch su disco.
IMPORTANTE: E’ NECESSARIO SALVARE SU DISCO prima di selezionare
un’altra Meta-Patch altrimenti IL SUONO APPENA CREATO andrà
perso.
Avendo appena salvato la Meta-Patch adesso sarete in grado di vederla attraverso la
finestra Meta-Patch Select.
(per una più approfondita spiegazione della Gestione delle Patch leggere la Guida 5, a
pagina 28)
ILLUMINAZIONE BLU
Quando un parametro e un indicatore di posizione si illuminano di colore BLU indica che il parametro viene modulato dall’LFO e/o
dall’XADSR di Minimonsta.
ILLUMINAZIONE ROSSA
Quando gli indicatori di posizione di un parametro si illuminano di colore ROSSO indica che il parametro viene controllato (modulato)
via MIDI. Stesso significato quando si tratta di LED.
ILLUMINAZIONE BLU E ROSSA
Quando un parametro si illumina di colore BLU E ROSSO significa che il parametro viene modulato (controllato) sia dall’LFO/XADSR
che via MIDI.
LFO E XADSR DI COLOR GRIGIO
Alcuni parametri non possono essere modulati dall’LFO e dall’XADSR di Minimonsta, ad esempio le manopole Oscillator Wave Form
Select. In questo caso la sezione LFO/XADSR apparirà di colore grigio ed il messaggio “No Modulation” apparirà sui display.
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Mini-controlli
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PANNELLO CONTROLLERS
1. Manopola Tune
Regola l’intonazione generale degli oscillatori di Minimonsta, secondo un range
tra -12 e +12 semitoni. Per ritornare al valore di default, fare semplicemente
doppio clic sulla manopola.
2. Manopola Glide
Da utilizzarsi abbinata all’interruttore Glide On/Off, per regolare il tempo di
glide. Come sullo strumento originale, il parametro portamento di Minimonsta è
Time Constant (costante nel tempo), per cui il glide tenderà ad essere più rapido
maggiore sarà l’intervallo tra le note suonate.
3. Manopola Mod Mix
Quando Oscillator 3 viene utilizzato come LFO questa manopola permette di
regolare il mix tra il suono dell’oscillatore ed il segnale di rumore (noise). Il tipo
di rumore può essere Pink (rumore rosa) o White (rumore bianco), selezionabile
attraverso l’apposito interruttore nella sezione Mixer.
Nota: Per poter sentire le differenze tra le varie impostazioni del parametro Mod
Mix, la ruota di modulazione, situata alla sinistra della tastiera, deve essere portata
completamente in avanti.
4. Interruttore Oscillator Modulation
Imposta il parametro Oscillator 3 Modulation (modulazione del terzo oscillatore) su On o su Off. (vi state chiedendo cosa rappresenti
quel LED? Leggete a pagina 12, Illuminazione Rossa)
LA SEZIONE OSCILLATOR BANK
Esattamente come sullo strumento originale, anche Minimonsta dispone di tre oscilaltori, e per ciascuno di essi la catena del
segnale viene rappresentata orizzontalmente. Le uniche reali differenze tra i tre oscillatori sono che Oscillator 1 non dispone di un
controllo di intonazione fine e che Oscillator 3 può anche essere utilizzato come LFO. Oscillator 3 inoltre offre, al posto dell’onda
dente di sega-triangolare (sawtooth-triangular), una dente di sega al reverse.
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1. Selettore Oscillator 1 Range
Questo controllo imposta l’ottava relativa a Oscillator
1. Le differenti ottave sono indicate in “piedi”
(esattamente come la lunghezza di un organo a
canne): 2’ è l’ottava più alta e 32’
la più bassa. L’impostazione Lo rappresenta 64’ ma
si tratta di un valore così basso che probabilmente
selezionandolo potrete udire solo dei crepitii.
2. Selettore Oscillator 1 Waveform
Minimonsta dispone di sei forme d’onda base. Senza
addentrarci troppo in dettagli teorici possiamo dire
che l’onda triangolare è la meno ricca armonicamente,
mentre quella rettangolare “stretta” la più ricca.
1. Triangle (triangolare) 2. Saw-Triangle (dente di
sega-triangolare) 3. Sawtooth (dente di sega)
4. Square (quadra) 5. Wide Pulse (rettangolare
larga) 6. Narrow Pulse (rettangolare stretta)
3. Selettore Oscillator 2 Range
Come nel caso di Oscillator 1, questo controllo determina l’ottava relativa a Oscillator 2. Varia da 2’ a 32’, includendo l’impostazione
Lo.
4. Manopola Oscillator 2 Fine Tune
Regola l’intonazione fine relativa a questo oscillatore, secondo un range tra - 8 e + 8 semitoni.
5. Selettore Oscillator 2 Waveform
Permette di assegnare ad Oscillator 2 una tra le sei forme d’onda disponibili, come già visto per Oscillator 1.
6. Interruttore Osc 3 Ctrl
Determina se la tastiera deve controllare direttamente l’intonazione di Oscillator 3 o se deve essere suonata una nota fissa lungo
tutta l’estensione della tastiera. Questo interruttore probabilmente si troverà sulla posizione Off quando Osc 3 viene usato come LFO
(in modo da ottenere una modulazione uniforme lungo tutta la tastiera) e su On nel caso venga utilizzato come terzo oscillatore.
(Leggere la Guida 3, a pagina 27).
7. Selettore Oscillator 3 Range
Come nel caso di Oscillator 1 e 2, questo controllo determina l’ottava relativa a Oscillator 3. Varia da 2’ a 32’, includendo
l’impostazione Lo.
8. Manopola Oscillator 3 Fine Tune
Regola l’intonazione fine per questo oscillatore, in un range tra - 8 e + 8 semitoni.
Nota: Quando l’interruttore Osc3 Ctrl si trova su Off il range di frequenza di questa manopola aumenta. (Consultare la Guida 3, a
pagina 27).
9. Selettore Oscillator 3 Waveform
Permette di assegnare ad Oscillator 3 una tra le sei forme d’onda disponibili, come già visto per Oscillator 1 e 2, con la sola
differenza della presenza di un’onda dente di sega reverse al posto della triangolare disponibile per Oscillator 1 e 2.
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